Perchè la pirateria dell’immagine è diversa dagli altri settori commerciali?

Perchè la pirateria dell’immagine è diversa dagli altri settori commerciali?

Opinione personale…
Negli ultimi mesi mi è capitato spesso di confrontarmi con altre persone riguardo la pirateria dell’immagine. Molti d’accordo con me, altri invece convinti del fatto che la pirateria è sempre esistita in tutti i settori e che nessuno è riuscito a sconfiggerla (anche con mezzi molto potenti). Gli esempi più comuni sono stati quelli di paragonare le immagini agli mp3, ai film, ai software e così via…
Image VS mp3
D’accordo, vero, anzi verissimo che tutti almeno una volta abbiamo scaricato illegalmente uno o più brani dalla rete ma personalmente non riesco a paragonare allo stesso modo i due file e i due mercati, per la serie “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. L’industria della musica sicuramente ha subito gravi perdite a causa della pirateria ma nel tempo è riuscita ad adattarsi e a sfruttarla a proprio vantaggio.
La maggior parte degli utenti scaricano mp3, pur sapendo che è illegale, per scopi personali e non commerciali (lettori portatili, car audio, home music), al contrario i professionisti del settore,  soprattutto per via del controllo SIAE e le salatissime multe, utilizzano licenze audio per la realizzazione di spot pubblicitari , colonne sonore per film, documentari ed altri lavori con finalità commerciali.  Nel nostro caso, per fortuna non da tutti, le immagini vengono scaricate illegalmente da professionisti come grafici e web designer che utilizzano i file per progetti di lavoro, a volte richiedendo al cliente un compenso per l’acquisto della fotografia o dell’illustrazione . Chi tutela il nostro settore e i nostri diritti? Quali sono le sanzioni?
E’ ormai noto che  la divulgazione gratuita dei brani nella rete (a volte volontaria) favorisce la notorietà dell’artista usando lo svantaggio a proprio favore come mezzo pubblicitario. La  fama e la notorietà non potrà altro che fare bene all’artista che aumenterà il numero di fans disposti a comprare il disco originale (come reliquia da collezionare), riceverà maggiori compensi dai diritti provenienti dalle radio ogni volta che il brano verrà trasmesso, gli sarà chiesto di rilasciare interviste per rotocalchi e riviste del settore e sarà invitato a concerti live, trasmissioni tv ed eventi disposti a pagare grandi cifre.
Ecco perchè penso che questo confronto non è fattibile. Il musicista riesce in modi diversi a guadagnare anche se danneggiato dagli mp3 pirata. Nel microstock la notorietà di un autore (tranne che per pochissimi big) non porterà denaro grazie alla fama o qualche intervista (spesso richiesta a titolo gratuito). Dal mio punto di vista il microstocker danneggiato dalla pirateria perde potenziali clienti senza nessun vantaggio pubblicitario e senza alcun tipo di tutela a differenza dell’industria musicale che può contare sulla SIAE.
Image VS Cinema
 
Nel cinema sicuramente rispetto alla musica il danno è più evidente per via degli altissimi costi di produzione. Anche in questo caso però gli incassi sono enormi e se pur in calo di certo non inferiori a quanto investito. Mi rendo conto dell’enorme mole di lavoro e di personale ma anche il cinema si sta adattando alle nuove tecnologie pay-per-view con la vendita e il noleggio dei film tramite tv satellitare, digitale terrestre, Apple tv, Play Station, Xbox, etc. etc..
L’industria del cinema guadagna a partire dalle proiezioni in sala (che a mio avviso continua e continuerà a funzionare perché fa parte dello svago e dell’intrattenimento) fino a molti anni dopo con la messa in onda del film passando per pay-per-view fino alle minori emittenti tv. Alcuni film, in particolare quelli per ragazzi e bambini, possono contare sui proventi derivati dalla vendita dei gadget, giocattoli e quant’altro.
Image VS Software
 
Personalmente penso che questo sia il settore più danneggiato e vicino alla nostra realtà;  però anche in questo caso ci sono dei vantaggi ed enti che tutelano e sanzionano gli illeciti.
Moltissimi utenti scaricano e utilizzano software a pagamento in modo illegale anche se dotati di ottime protezioni. Inevitabilmente dopo qualche giorno i pirati riescono a crackare i programmi e a divulgare seriali e patch in cambio di visualizzazioni, click o semplice notorietà.
Purtroppo il danno è vasto e colpisce particolarmente le piccole aziende che producono software economici. Al contrario, software molto cari, se pur con alti budget di produzione riescono a coprire i costi e guadagnare grazie ad un numero garantito di vendite assicurate dalle grandi aziende e professionisti che per legge devono utilizzare software originali. Anche in questo caso come per la musica la divulgazione ampia del software favorisce una grande notorietà e utilizzo del programma occupando nel mercato un punto di riferimento stabile,  come ad esempio Adobe Photoshop nel campo del fotoritocco.
I microstockers sono preoccupati per la pirateria e chiedono a gran voce alle agenzie una nuova tecnologia o un sistema diverso per limitare e contrastare il fenomeno. Ci auguriamo tutti che cambi qualcosa ma è chiaro che l’unico sistema per stroncare il mercato parallelo della pirateria dell’immagine è l’eliminazione della vendita in abbonamento che consente loro di ammortizzare i costi e guadagnare sulle visite, click, banners, pop-up, download e sblocchi di limitazioni a pagamento.